Torna il Festival internazionale di giornalismo civile “Imbavagliati” (27 al 29 aprile) nel segno di una “Perduta Umanità”: ad aprirlo sarà Stella Moris, avvocato difensore dei diritti umani e moglie di Julian Assange (il fondatore di Wikileaks detenuto a Londra da quattro anni) che ritirerà all’Istituto Italiano per gli Studi filosofici (ore 18) il Premio Pimentel Fonseca VIII edizione assegnato Honoris Causa anche alla preside Annalisa Savino e all’attivista Fatou Diako.
Il festival è ideato e diretto da Désirée Klain con l’Istituto che ha sede a Palazzo Serra di Cassano, Articolo 21, FNSI, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e con il patrocinio di Amnesty International Italia.
Il premio alla Moris sarà consegnato da Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo 21, e da Nino Daniele. Il 28 aprile alle ore 18, Marisa Laurito, sarà madrina del flash-mob “Spieghiamo la Pace”, quando Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace lancerà la prossima Marcia Perugi-Assisi e la storica bandiera arcobaleno sarà mostrata dopo un appello di giornaliste e attiviste provenienti dall’Iran, l’Afghanistan, l’Ucraina e la Costa D’Avorio. Il 29 aprile alle ore 18 si svolgerà un focus dedicato a “Mamma Africa”, con un approfondimento sulla libertà di stampa in Congo e in Somalia. La mostra “Gianluca Costantini per Imbavagliati”, sarà visitabile fino al 31 maggio. Nei suoi ultimi libri ha raccontato Patrick Zaki, Pasolini, Pertini, Berlinguer, Gramsci, Julian Assange. Simbolo del festival è la Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano assassinato dalla camorra nel 1985. Con lo slogan “Chi dimentica diventa colpevole” si rinnoverà l’appello per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, Ilaria Alpi e Mario Paciolla.
ansa
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